Con la mostra Matite in Viaggio (Esposizione di Carnet di Viaggio), che si è tenuta al Centro Culturale Candiani dal 7 al 9 ottobre 2011, si è presentata per la prima volta al pubblico la neocostituita Associazione che porta la stessa denominazione (M.I.V.).
Nel pur variegato panorama dell’associazionismo veneto, M.I.V. si colloca in una prospettiva inedita e di notevole rilievo culturale, in quanto si propone di promuovere e favorire l’interesse per il viaggio e il viaggiare, con una finalità di ampliamento della conoscenza dell’altro e della consapevolezza di sé.
Dunque un viaggiare che rifugge da un’abusata fruizione consumistica, e promuove una dimensione del viaggio come ben più articolata e profonda esperienza esistenziale.
M.I.V. si collega idealmente all’Associazione francese Il Faut Aller Voir, nata agli inizi del 1998 a Clermont Ferrand, che nel 2000 ha dato luogo alla prima Biennale du Carnet de Voyage e che si fa promotrice di un’inedita dimensione del viaggio, intesa come insostituibile momento di crescita culturale, personale e collettiva ad un tempo.
In questa esposizione verranno proposti i “taccuini di viaggio” di 45 autori, testimonianze che attraverso il segno e il linguaggio, diventano irrinunciabile strumento di lettura di luoghi e di civiltà, nonché di rielaborazione e trasmissione dell’esperienza.
L’Associazione tra i suoi principali obiettivi si pone quello di far maturare anche tra i più giovani l’esigenza di ricercare, leggere e interpretare, attraverso percorsi di viaggio lontani o vicini, l’altro da sé, e di promuovere la condivisione dell’emozione mediante i codici espressivi dell’immagine e della parola.
Il disegno è stato per secoli l’esclusivo mezzo di documentazione visiva della realtà e come tale divenne lo strumento attraverso il quale esploratori, viaggiatori, studiosi fermarono sulla carta visioni ed esperienze, con precisione quasi calligrafica o con impeto di visionarietà.
I viaggi nei secoli scorsi duravano mesi, anni, a volte una vita ed a volte costavano la vita stessa. Epiche avventure studiate, sognate e preparate a lungo da eruditi e avventurieri, da mercanti e missionari, da gente comune ed esploratori.
Il taccuino per gli schizzi e gli appunti grafici in taluni casi diveniva allora lo strumento stesso attraverso il quale interiorizzare e rielaborare l’esperienza, fissandone la memoria.
Originalissimo modo di rappresentare il mondo, perché filtrato dagli occhi dell’autore, attraverso la propria cultura. Una cronaca del mondo disegnata, scritta, e interpretata, a partire dai viaggi degli artisti e letterati europei che compivano il grand tour, scendendo in Italia per venire a contatto con i capolavori dell’arte antica e moderna. Anche una mente universale come Goethe si cimentò nel disegno nel corso del suo “Viaggio in Italia” ( 1786-1788).
Molti furono coloro che soprattutto a partire dal secolo XVIII documentarono viaggi ed esplorazioni più o meno importanti.
Si ricordano tra gli altri Sir William Hamilton (1730 1803), archeologo, diplomatico, erudito e vulcanologo britannico, che fu a Napoli e Pompei tra il 1764 e il 1800, documentando con i suoi disegni la grande eruzione del Vesuvio del 1779. In occasione di questa esposizione, il centro vulcanologico “Vulcania”, con sede nei pressi di Clermont Ferrand, ha concesso copia di immagini e testi dell’autore, tratti dall’album italiano.
Le pagine del “Journal d'un voyage a Timbouctou” del francese René Caillé (1799-1838), ci ha donato le prime inedite immagini della mitica Timbuctù e dell’antica moschea di Djenné.
I fogli di David Roberts (1796-1864) e del padovano Giovanni Battista Belzoni (1778-1823), affiancato da Alessandro Ricci, costituiscono ancor oggi straordinaria testimonianza di come il disegno di viaggio fosse un linguaggio veicolato non solo dal lavoro di artisti di formazione accademica e tradizionale, ma anche da esploratori ed eruditi, che hanno trasmesso viva testimonianza delle prime sistematiche scoperte archeologiche nell’antico Egitto.